Democrazia non è un pranzo di gala

In questa pubblicazione ho deciso di condensare in un format agile, accessibile e facilmente consultabile, le oltre mille pagine di articoli, documenti, post, slide, schede tecniche e link, in cui negli ultimi due-tre anni ho riversato le valutazioni e le osservazioni sulle convulsioni del quadro politico ed economico nazionale e sulla (correlata) penosa involuzione socioculturale che si è riflettuta (anche) nel Veneto.
L’e-book o la sua versione cartacea potranno quindi essere consultabili per i capitoli e le parti che risulteranno più interessanti per tutti coloro che saranno interessati a leggerlo.

Fare rete tra imprese

L’importanza rivestita oggi dalle PMI in Italia è ben evidenziata da due semplici dati: le piccole e medie imprese occupano oltre l’80% della forza lavoro del Paese e rappresentano il 75% del Pil. È proprio il loro peso (unito alla necessità di individuare uno strumento che permetta loro di rafforzare la propria posizione sui mercati nazionali e internazionali, superando la difficile congiuntura economica) che ha spinto l’UE prima e l’Italia poi a mettere a punto strumenti legislativi ad hoc. Per attuare lo Small Business Act della Commissione Europea e favorire la partnership tra piccoli imprenditori il Governo italiano ha introdotto il Contratto di rete. Il provvedimento è una risposta alla sollecitazione dell’UE “Le PMI al primo posto”. Una sollecitazione alla quale l’Italia replica con una ricetta puntuale: fare rete per crescere. Unendo gli aspetti formali e giuridici del contratto di rete a quelli gestionali, organizzativi e relazionali, il presente volume vuole essere un aiuto concreto e operativo alle imprese e alle organizzazioni che intraprendono un’esperienza di rete

L’onda di Civil Life

Il rilancio dell’Educazione Civica nella scuola italiana, l’irruzione delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione nella didattica, il disagio giovanile che si manifesta nei processi di socializzazione, le difficoltà del sistema scolastico a fare i conti con la crescente domanda di rinnovamento degli strumenti e dei linguaggi con cui un corpo docente disorientato gestisce tradizionalmente l’offerta formativa: e tutto ciò dentro una fase di razionalizzazione delle risorse dedicate all’istruzione e di un’annunciata riforma federalista centrata sull’autonomia scolastica. Questo è il contesto nel quale è decollato nel 2007 il Progetto Civil Life promosso dal Consiglio regionale del Veneto, diventato ormai un laboratorio didattico in cui si affrontano i temi e le sfide dell’innovazione attraverso la creazione e la divulgazione di tool multimediali, dai videogiochi ai cartoni animati, la realizzazione di Bandi-Concorsi rivolti alle scuole impegnate in programmi di ricerca-azione nei quali gli studenti diventano protagonisti di una nuova didattica, la sperimentazione della valenza pedagogica del dialogo intergenerazionale.

Cinque anni di Pagine Sindacali

Dopo il “disincanto” di fine anni ’70, è cresciuta sottovento la realtà del sindacalismo di periferia; testimonianza in alcuni casi, progetto in altri: comunque un primo tentativo di sintesi, di coincidenza “grezza” tra la forte vitalità del localismo e le nuove finalità politiche generali del sindacalismo confederale. La pubblicazione raccoglie ventidue articoli (interventi, annotazioni, riflessioni) che nel corso degli anni l’autore ha scritto per Pagine Sindacali, il periodico della CISL Alta Padovana. Gli accenti locali e l’insistenza su valori ed iniziative del “piccolo gruppo di appartenenza” non rappresentano una scorciatoia od una scelta di autoreferenzialità, bensì manifestano il desiderio di immettere nella grande organizzazione l’innovazione di energie e sentimenti autentici.

Questioni di Coerenza

La pubblicazione prende lo spunto da un’esigenza fortemente avvertita: quella di una riflessione sistematica sul futuro del sindacato. Le linee di analisi ed il tentativo di un disegno unitario che si dipanano nei ventun capitoli, inseguono un’architettura logica, a sostegno e motivazione dell’impegno sociale che negli anni ’90 hanno dischiuso un tempo straordinariamente intenso ed aperto.
In essi vi si trova una lettura ragionata (arricchita da indicazioni bibliografiche) dei “territori” in cui è chiamato a cimentarsi un sindacalismo confederale, sorretto una visione ottimistica del futuro e da una proposta forte, concreta e praticabile.
L’avvertimento dell’autore è che le elaborazioni e le piste di indagine prospettate nascono in un’officina nella quale lo sforzo analitico è coniugato con l’impegno alla sperimentazione concreta della strategia elaborata.

Sillabario Sindacale Minimo

Immersa nel vortice quotidiano delle parole la vita del sindacalista si cimenta con esperienze che lo avviluppano, spesso lo assediano; il flusso delle giornate e degli avvenimenti scorre intorno distogliendolo da sé, attraendolo nel gorgo di un fiume impetuoso increspato da correnti che rendono difficile il riparo sulla riva.
Succede quindi che le cose più significative, quelle più provocanti e coinvolgenti nella sua vita, debbono essere taciute, sopraffatte dal turbinio del bla bla e dei mezzi di comunicazione autoincaricatisi di descrivere-interpretare l’attività sindacale….
Con il Sillabario sindacale minimo l’autore ha inteso sottrarre al rapido corso della cronaca qualcosa di vitale della propria esperienza, altrimenti destinato alla caducità della memoria: in esso è declinato al presente ed all’imperfetto un rosario personale di immagini ed episodi, valori, convinzioni, ma soprattutto si tenta di dare luce alla galleria in cui sono protagonisti i “santi minori” della famiglia cislina.

Senior’s Forum

L’invecchiamento della popolazione rappresenta una delle più sorprendenti e straordinarie trasformazioni sociali che sta caratterizzando l’evoluzione delle nostre comunità La possibilità di vivere più a lungo ed in condizioni migliori deve essere considerata ormai una conquista irreversibile resa possibile dal progressivo miglioramento dei fattori ambientali (alimentazione, condizioni igieniche, capacità di combattere le malattie infettive) e genetici, che hanno interessato tutti i Paesi che nell’ultimo secolo hanno conosciuto e governato con successo la fase dello sviluppo economico-industriale.
La “fenomenologia “della crescita dell’età media per larghissimi strati della popolazione è stata per molto tempo sottovalutata, quasi “subita” e sotto il profilo propriamente etico-culturale ne sono state oscurate le enormi potenzialità di segno positivo e le implicanze di carattere sociale.
Si è anche però determinata una crescente convergenza di valutazioni ed opinioni sul fatto che sotto la superficie delle analisi sociologiche sull’invecchiamento va indagata e approfondita la conoscenza di una realtà sociale variegata e che è giunto il tempo di una svolta profonda per le categorie interpretative e dell’immagine e del ruolo con cui vengono riconosciute le persone anziane nella società odierna.

Caro Pastore…

Lettera al Fondatore della Cisl

Una lettera fuori-tempo in una sorta di ideale percorso a ritroso, per attingere all’enorme ed incontaminato bacino sotterraneo di idee ed opere del Padre fondatore della Cisl.

L’ispirazione e l’opera di Giacomo Valorz per la Scuola d’intaglio e di creatività

Nella Slow Valley di Rabbi esiste un principio-cardine che regola il buon andamento della convivenza e dello sviluppo della comunità locale: la “socialità discreta”, che si manifesta nelle molteplici versioni della dell’umiltà, del sacrificio operoso, della generosità dissimulata, dell’osservazione acuta manifestata sottovoce, dell’atteggiamento silente e rispettoso…
Ebbene, quello brevemente tratteggiato, è il contesto storico-culturale ed ambientale da cui prende le mosse per la sua opera, Giacomo Valorz, un artista giovane (nato a San Bernardo nell’85), ma con già alle spalle un denso itinerario di progetti, sperimentazioni e produzioni di difficile inventariazione: non solo per la loro varietà, ma soprattutto perché la ricerca creativa che ne sta alla base, può contare sulla ricchezza di materiali che la valle fornisce (dalle numerose essenze lignee al legno antico recuperato nei masi ristrutturati, dalla varietà di pietre e rocce ai diversi metalli semilavorati…) e su un vasto catalogo di “illuminazioni” con cui l’attività artistica sprigiona manufatti sempre caratterizzati dall’originalità.
C’è una sorta di inquietudine, che traspare dagli occhi indagatori dello scultore, che lo porta a rifuggire dalla serialità e ripetitività – che costituisce il canone artistico di molta parte degli “artigiani” gardenesi – e trovare sempre ispirazione per nuovi progetti, sorretti, prima che dall’abilità manuale, dalla determinazione e dal vigore concettuale della ricerca.