Al Cuoa l’impresa digitale fa scuola e nasce D.School
DI FIORELLA GIRARDO – VeneziePost Economia, Martedì 15 Luglio 2014
Come due tessere di un puzzle che combaciano a perfezione completando il disegno, la Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina e la digital company Develon, con la collaborazione della Regione Veneto, oggi hanno siglato un accordo per ospitare D-School, un dipartimento di studi focalizzato su progetti formativi digitali e modelli di business innovativi, sulla scia dell’esperienza di formazione interna autofinanziata.
All’interno dell’azienda vicentina che sviluppa e integra social media marketing, content strategy, web marketing ed e-commerce, la D.School diventerà uno spin off aziendale con la mission dichiarata di formare e adottare giovani talenti digitali, coinvolgendoli in un percorso di incubazione di nuova concezione. «Da due anni formiamo al nostro interno il personale da dislocare poi nelle varie società che ci contattano – spiega Lorenzo Gottin presidente e a.d. – e abbiamo visto che sempre più le imprese ci richiedono competenze assieme al prodotto che vendiamo. Da qui è nata l’idea di creare una start up che faccia solamente formazione e che cammini sulle proprie gambe».
Il primo esperimento formativo, che inizierà alla fine di luglio 2014, coinvolgerà 24 ragazzi inoccupati, preventivamente selezionati che affronteranno una formazione frontale in aula per tre mesi fino a fine settembre e una seconda fase di coaching e coworking fino ad aprile 2015.
Dieci mesi totali di trasmissione di contenuti e metodi, non solo sul mondo e la frontiera del business digitale, ma anche sui fondamentali per fare e gestire impresa: dalle modalità e strumenti per l’accesso al credito privato e pubblico al diritto commerciale, dalla contabilità fino alla formulazione di business plan per lancio e posizionamento prodotti.
La differenza con il modello degli incubatori attuali (siano essi certificati o meno) è proprio l’approccio formativo che la D.School assicurerà ai ragazzi. All’insegnamento tout court si integrerà un percorso di lavoro sui clienti dello stesso Gruppo Develon (training on the job), che metterà i giovani della D.School a fianco di 22 loro coetanei (in Develon sono occupati 70 giovani con una media di età di trent’anni) che già ora gestiscono le complessità quotidiane legate alle commesse strategiche di clienti come Cariparma, Dainese, Ducati e Telecom Italia.
Un’altra novità interessante: a fare da teacher e formatori ai corsisti ci saranno anche figure dell’imprenditoria veneta e nazionale come l’industriale Francesco Zonin, il prof. Claudio Ronco direttore della divisione di nefrologia all’ospedale San Bortolo di Vicenza, ma anche gruppi musicali come i vicentini The Sun. «Siamo un’azienda da sempre attenta ai cambiamenti di mercato e sappiamo che oggi la qualità del Made in Italy e del vino italiano è fondamentale ma non è più sufficiente: per essere riconosciuti sui mercati internazionali bisogna saper produrre e saper comunicare – spiega Zonin -. Da questo punto di vista, i social network sono un canale estremamente interessante perché forniscono la possibilità di dialogare attivamente coi consumatori.
Non è tutto. «Siamo coscienti che non tutti i ragazzi troveranno un’occupazione nelle aziende – prosegue Gottin -, per cui si stiamo strutturando in forma di incubatore. È per questo che la D.School, finanziata in questo da un bando europeo per il biennio 2014-2015, costituirà entro aprile del prossimo anno due nuove start up focalizzate sui settori del digital marketing e dell’Internet of Thinghs, quest’ultimo uno dei segmenti del digitale deputati a fornire un’identità elettronica alle cose e ai luoghi dell’ambiente reale.
Le due aziende avranno un capitale iniziale di ventimila euro, cinque mila a fondo perduto e quindici mila con la modalità del finanziamento agevolato, per potersi da subito confrontare con le spese di costituzione e avvio societario, offrendosi agli investimenti di un pool di imprese selezionate. Lo stesso raggruppamento di società sarà coordinato dal Gruppo Develon, che potrà assurgere anche al ruolo di investitore diretto, coadiuvato dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo che ne detiene il 25%. E per chi non riuscirà a collocarsi neanche qui, c’è la possibilità di lanciare la propria idea e di creare delle ‘pillole d’impresa’, sorta di start up guidata verso prodotti richiesti dal mercato.