Tlc. La copertura del territorio con la banda ultralarga a 100 Megabit al secondo è al 10,17% e dovrà arrivare all’85% entro il 2020
- Fibra superveloce in una casa su 10
- Dalla Ue in arrivo l’ok per i bandi nelle aree C e D – La Calabria svetta sui 30 Mbps
di Andrea Biondi 20 Aprile 2016 Il Sole 24 Ore
Attorno al 42% delle unità immobiliari coperte in banda ultralarga, di cui il 10,17% abilitate a un servizio sopra i 100 Mbps. E se si guarda al podio dei territori più cablati, al primo posto c’è la Calabria (77,87% delle unità immobiliari coperte, tutte oltre i 30 Mbps) e al secondo c’è la Campania (66,16% in 30 Mbps e 5,95% a 100 Mbps). La Lombardia e il Lazio hanno invece il primato per la copertura a 100 Megabit per secondo. Questa la mappa della cablatura in Italia, così come è disegnata dai dati Infratel (società in house del Mise) aggiornati a fine 2015. Una mappa da cui emerge che il 39,6% delle unità immobiliari è raggiunta dalla banda ultralarga a 30 Mbps ma solo il 10,17% a 100 Mbps, livello considerato il benchmarck sul quale fare discussioni e ragionamenti. Al netto delle sovrapposizioni (non è corretto fare la somma fra i due dati) la media nazionale delle unità immobiliari raggiunte dalla fibra è attorno al 42 per cento.
È su questa mappa che interverranno i bandi per le aree bianche C e D, quelle a fallimento di mercato, in dirittura d’arrivo (il premier Matteo Renzi ha indicato come data il 29 aprile, giorno dell’Internet Day). Su questo versante ieri è arrivata una buona notizia da Bruxelles: tutto starebbe andando per il verso giusto e non dovrebbero esserci ostacoli al placet ai bandi la cui ricaduta sarà la realizzazione di una rete in fibra, di proprietà statale, da dare in concessione ai realizzatori.
Dare uno sguardo all’Italia per come è cablata, restituisce un’immagine di un’Italia “sottosopra”. Attenzione però. La copertura a 100 Mbps vede penalizzate proprio regioni come la Calabria, in testa invece per copertura a 30 Mbps. E in definitiva le regioni che a 100 Mbps hanno copertura prossima allo zero sono 6. Dall’altra parte, anche a voler vedere il bicchiere mezzo pieno delle coperture a 30 Mbps, qui si parla pur sempre di coperture. L’adozione è ben altra cosa, con poco più di 1,4 milioni di clienti in banda ultralarga in Italia. Questo significa che i territori saranno pure cablati (e quelli del Sud lo sono perché hanno beneficiato di interventi pubblici a incentivo), ma da qui a portare il servizio ai cittadini ce ne passa.
Legge della domanda e dell’offerta e teoria della domanda che genera l’offerta. Tutto questo si interseca nelle discussioni che si stanno facendo in questo periodo, fra programmi di copertura dei privati, nuovi soggetti che si affacciano all’orizzonte (Enel Open Fiber), alleanze a geometria variabile (sul treno Enel sono saliti già Vodafone e Wind assicurando la propria clientela) e soggetti come Telecom e Fastweb che vogliono far pesare le proprie leadership: la prima nelle coperture (oltre 1.000 comuni coperti) e la seconda nella quota di mercato per clientela sulla banda ultralarga (46% contro il 38% di Telecom Italia, il 15% di Vodafone e l’1% di Wind, secondo elaborazioni su dati degli operatori a fine 2015).
«I tre passaggi concreti del Piano banda ultralagra sono stati l’approvazione voluta dal premier Renzi della delibera Cipe in agosto per 4,9 miliardi del Fsc (Fondo sviluppo e coesione) di cui 2,2 già sbloccati per le aree bianche, la decisione dell’intervento diretto nelle aree bianche (cluster C e D) e la firma dell’accordo Stato-Regioni l’11 febbraio scorso, una cornice che conferma che si tratta del primo piano davvero nazionale e non più di una somma di piani regionali: tutte le regioni hanno accettato il principio del fabbisogno reale», spiega il sottosegretario al Mise Antonello Giacomelli.
Toscana, Abruzzo, Lombardia, Veneto, Molise, Emilia-Romagna hanno sottoscritto l’intesa con il Mise per gli interventi sui territorio (che si svilupperanno grazie a fondi destinati alle regioni ma messi a disposizione del piano banda ultralarga) in arrivo con i bandi per le aree C e D. Intanto però la mappa che emerge dai dati Infratel evidenzia un territorio in cui c’è ancora tanto da lavorare. Occorre in tal senso tenere presente che l’ultima consultazione pubblica (conclusa il 7 dicembre 2015) fissa il livello di copertura in Banda ultralarga previsto al 2018 al 74% delle unità immobiliari di cui il 23% con connessioni oltre i 100Mbps (85% del territorio con connessioni oltre i 100Mbps e 100% con connessioni ad almeno 30Mbps è l’obiettivo al 2020).
Una pacca sulla spalla, tutto sommato inattesa, è intanto arrivata dalla Ue: l’Italia risulta essere al momento l’unico Paese che ha recepito la direttiva 61/2014 sulle norme per l’accelerazione dei tempi di posa della fibra e delle nuove tecniche di scavo.