Concessioni in scadenza: Europa sì, ma non troppo
DI FRANCO MIGLIORINI Editoriali/Interventi – VeneziePost 7 luglio
Sempre meno si parla della Val di Susa, sempre più del Brennero.
In sé la cosa è giusta, di tutti i valichi che collegano l’Italia ai Paesi transalpini il Brennero è il più importante, per il traffico che regge e per i sistemi manifatturieri che collega, Germania e Italia, quelli più importanti, per poi allacciarsi ai porti settentrionali, del Baltico e del Mare del Nord.
Assieme al corridoio Baltico Adriatico, via Tarvisio e Vienna, il Brennero è strategico per i legami del Nordest con le vecchie e nuove regioni industriali d’Europa. Entrambi i corridoi saranno operativi al 2026. Ma i corridoi su cui insiste l’ Europa sono quelli ferroviari. Interventi strategici perché la ferrovia si muove col passo della storia e segna tracce irreversibili, quelle che diminuiscono le distanze e aumentano la competitività dei territori serviti dai nuovi treni, più capaci e veloci.
Le cronache ci riportano invece un affannarsi ossessionante attorno alle autostrade, a prolungare le concessioni, a trattare sulla loro proroga, se possibile all’infinito.
E’ così che l’Autobrennero offre allo Stato il tesoretto cumulato nei decenni di 500 milioni di euro – ma non reinvestito – in cambio della proroga. Mentre un’altra cordata da anni si affanna per costruire una bretella, parallela e alternativa per confluire nell’Autobrennero, la cui capacità resta comunque immutata.
Parliamo della Valdastico Nord, protesi prealpina dell’autostrada inutile, la Valdastico Sud, parallela e intermedia a due grandi direttrici: la Verona Modena e la Padova Bologna.
Una sorta di Monopoli giocato sulle strade, col project financing a dirigere il traffico, a prescindere dai transiti e dai costi di gestione. Questi ultimi a carico delle future generazioni che ne ignorano la contabilità aggregata a venire.
Per la politica locale – meglio, per i politici locali – le strade sono un mantra irresistibile, producono suggestioni elettorali e creano attese nei loro santuari. I Consigli di amministrazione, coronamento di ogni carriera politica.
A Roma lo sanno bene, e agitano in continuazione la carota per accalappiare supporter elettorali per future avventure. Giri di walzer senza fine. Anzi con un fine comune. Bypassare la norma europea della concessione che va messa sul mercato.
Europa si, ma senza esagerare.