I SUDDITI DELLO SCEICCO.
Il clima politico che si è determinato nel PDL, dopo che la delegazione capitanata da Alfano ha deciso di confermare l’alleanza di Governo e con ciò sottrarsi al diktat dello sceicco, orientato a sfiduciare Letta, non potrebbe essere stato descritto nemmeno da uno sceneggiatore dalla fantasia molto fervida. Per uno come me, convinto della giustezza ed ineludibilità delle cosiddette larghe intese – nell’attuale drammatica congiuntura economico-finanziaria ed istituzionale che sta vivendo il nostro Paese – fanno venire l’orticaria la superficialità ed il velleitarismo con cui, anche oggi alla Leopolda, il Sindaco Renzi affronta la questione della coalizione di Governo. Ebbene, potete immaginare il disgusto che posso provare per il modo in cui lo sceicco ha tentato di anteporre la (legittima) autodifesa dall’aggressività giudiziaria nei suoi confronti, rispetto alla conferma del patto per garantire l’agibilità al tandem Letta & Alfano. Ma non voglio qui soffermarmi sulla diatriba determinatasi nella nomenclatura romana a seguito dell’accelerazione del passaggio dal PDL a Forza Italia, bensì operare qualche rapido scatto fotografico sul deserto politico-culturale che si è venuto a creare nella rappresentanza veneta di tale “Partito in movimento”. Ho già detto la mia sul patetico tentativo di Galan di dare vita all’Orfanotrofio; ciò che sconcerta degli altri deputati e senatori veneti è l’incapacità (penso per esempio alle reiterate dichiarazioni di fedeltà della sen. padovana E. Casellati) di distinguere tra giusto tributo di riconoscenza ad un leader a cui gran parte dei parlamentari deve molto – non tutto! – ed un autonomo esercizio soggettivo di libertà nella valutazione dell’azione politica necessaria per il bene del Paese (e del Veneto in particolare). Per quello che mi è dato di conoscere e ricordare, nella lunga e per molti versi ricca storia politica della nostra Regione non si è mai manifestato un tale livello di obnubilamento nelle menti e di incapacità di “smarcarsi” da una gestione centralistica ed autocratica del potere partitico. Ho ben presente che l’assedio giudiziario alla tenda dello sceicco è originato anche dall’esercizio di un potere debordante della magistratura; ma anche in ragione di ciò, i parlamentari che in verità sono animati più dall’orror vacui che dalla generosa difesa del capo, dovrebbero dare una più determinata ed efficace dimostrazione di senso delle istituzioni e di consapevolezza della prioritaria attenzione e preoccupazione per una forte azione di Governo sulle priorità assolute in agenda: risanamento finanziario e risorse per lo sviluppo, riduzione della pressione fiscale e riforme istituzionali + nuova legge elettorale. Inoltre, proprio i parlamentari veneti dovrebbero contribuire a definire una nuova forma politica che consenta di sottrarre il Partito (vecchio PDL o nuova Forza Italia) all’ipoteca della gestione proprietaria. Probabilmente una tale manifestazione di dignità e libertà comporterebbe un sacrificio personale ben maggiore (anche di carattere finanziario) che non la rituale dichiarazione di “lealtà” , che poi in realtà è una sorta di trade-off : il pieno affidamento al carisma dello sceicco in cambio della fidejussione da parte dello stesso per evitare il crac finanziario del “movimento politico”…. Ho fatto riferimento ai veneti perché proprio da essi, facendo leva sulla vitalità di un vasto consenso e sulla vivacità della tradizione politico-culturale (sussidiarietà & federalismo, religione della libertà personale, senso della responsabilità, energia e creatività imprenditoriale) ci si attenderebbe una testimonianza più coraggiosa, una manifestazione più esplicita di consapevolezza che quello presente è un tempo che richiede discontinuità ed innovazione anche del costume politico, nell’esercizio di una rappresentanza per la quale la stella polare sono gli elettori ed il messaggio vincente è quello della partecipazione più diffusa, tutto il contrario dell’affidamento al carisma di un vecchio sceicco logorato…..