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Alcune domande per un’intervista immaginaria
Va riconosciuto da subito un grande merito agli organizzatori del Convegno ‘Dall’Informazione alla Deformazione’, sabato prossimo in sala Rossini al Pedrocchi di Padova.
E non solo perché il tema affrontato è ‘sulla bocca di tutti’ per il gran parlare di fake news, manipolazione dell’opinione pubblica, imperversare del cazzeggio social che surroga, sostituisce ed in molti casi sovverte la buona informazione, cercata-sudata-divulgata attraverso la costosa carta stampata ed i media tradizionali.
Il merito è di avere allineato al Tavolo dei Relatori Professionisti ed Analisti, sicuramente dotati di competenze pregiate, ma soprattutto osservatori e protagonisti, protagonisti ‘in campo’, con responsabilità dirette e – fatte salve le prerogative degli Editori proprietari dei giornali – poteri & funzioni per adottare le strategie di comunicazione ed orientare le scelte redazionali.
Ci sentiamo quindi facilitati a porre una serie di interrogativi ed esternare alcune perplessità sul come la quasi totalità dei Direttori di Giornale (ma anche delle Tv Private che mandano in onda l’infotainment) organizzano e gestiscono l’agenda setting focalizzata sulla vita sociale, economica e politico-istituzionale nella nostra Regione.
1. Innanzitutto una premessa: la loro vita professionale, seppur adeguatamente – talvolta molto ben – remunerata è diventata grama o per usare una urticante espressione di Luciano Bianciardi ‘agra’, con un orizzonte denso di nuvole che promettono pioggia, con dati e trend negativi. Basta scorrere le cifre e le previsioni per comprendere il loro atteggiamento, che se si esclude la postura ed il sorriso provocatori di un Maurizio Belpietro, è sempre serioso e preoccupato
2. Ciononostante è ad essi che va chiesta la diagnosi sullo stato di salute cagionevole di tutte le Testate del Nordest, che si manifesta con una caduta rovinosa di circa il 50 % delle copie vendute nell’ultimo decennio e con tendenza ad un progressivo declino.

3. Il secondo interrogativo è più malizioso: può esistere una correlazione tra il baratro nelle vendite dei Giornali ed il contestuale collasso etico-civile di una realtà socio-economica dapprima – letteralmente – dipinta come una formidabile locomotiva che è deragliata per i massi, non segnalati sui binari, dei Project financing furbetti, del Mose, delle Popolari, dei PFAS?

4. Ed in sequenza logica possiamo capire perché la stampa locale è arrivata a ‘scoprire’ i tumori morali, di cui c’erano numerose avvisaglie e manifestazioni per le quali non erano necessarie eccezionali doti di segugio, quasi sempre ex post l’esplosione di scandali e la ‘caduta’ di Personaggi-chiave omaggiati – fino al crollo della loro credibilità pubblica – di riconoscimenti ed untuose riverenze per il ruolo di conduttori delle magnifiche sorti progressive del venetismo?

5. Ma fino a questo punto, potremo convenire, i Giornali avrebbero potuto aver esercitato solo una seppur poco illuminata ‘registrazione dei fatti cronaca’ e, tranne casi – che avrebbero sicuramente attratto la cinepresa di Pietro Germi – come la realtà vicentina del ‘caso Banca popolare’, non aver subito un comprensibile condizionamento ambientale che ha annebbiato la vista e frenato le battute alla tastiera dei Cronisti.

6. È ciò che avvenuto dopo alla caduta del ‘Padrone del Nordest’ che ci fa leggere con sospetto ed una certa dose di sarcasmo la linea editoriale delle numerose testate locali:
ci si sarebbe aspettato che l’evidente crollo di credibilità ed adeguatezza della classe dirigente veneta diventasse un’occasione propizia per riannodare un dialogo ( e gli abbonamenti) con i lettori, sollecitati con inchieste, forum, tavoli tematici, dati statistici veritieri, a riflettere, discutere, focalizzare contenuti e percorsi di un processo di responsabilizzazione che determinasse l’inversione di tendenza, ovvero l’aggregazione ed una sorta di empowerment etico-sociale, di cittadinanza attiva mobilitante per visioni ed azioni di futuro sull’infinita agenda veneta di ritardi, tensioni, contraddizioni che richiedono un sussulto di mobilitazione cognitiva, di generosità individuale e collettiva.
Ed invece?
7. Abbiamo assistito alla messa in scena di una riedizione aggiornata della ‘Storia di Sior Intento’ con cui i Direttori di giornali e Tv hanno avviato la narrazione che uno scrittore ha titolato ‘Zaiazione’. Il canovaccio dell’Autonomia, imperniato su un’autentica contraffazione (lo so, è un ossimoro, ma il lavoro giornalistico su di essa e per essa è stato davvero un’impresa titanica che va riconosciuta) del bilancio dello Stato, è diventato una Telenovela con cui tentare di irretire l’attenzione e l’interesse di lettori sempre più disattenti perché attratti dalle sirene dei messaggi e dell’informazione social, oramai distribuita autonomamente e senza intermediazioni, dallo staff- comunicazione di un Presidente di Regione sempre più a suo agio nel ruolo di PRM attribuitogli da una Stampa impreparata e disinteressata ad indagare le responsabilità di un Presidente Governante.
8. Ed in tale mainstream creato dall’assenza di un’attività di watch dog, l’opinione pubblica è stata progressivamente diseducata a leggere criticamente la fenomenologia politica regionale e territoriale. Un episodio per tutti: è basta la diffusione di una notizia su un’immaginaria ‘palude’ nel terreno di Padova Ovest dove insediare il Nuovo Ospedale, per sconvolgere la Programmazione e causare un incesto finanziario ed ambientale ai danni del Comune padovano

9. Ma l’opera di ‘cloroformizzazione’ si è spinta molto avanti e gli episodi occultati e le emergenze mascherate nell’ultimo lustro costituiscono ora un dossier tanto esplosivo quanto corrosivo della deontologia professionale di Operatori della Comunicazione indecisi a tutto in quanto il loro opportunismo nei confronti dei Palazzi veneziani non li hanno premiati, ma non sanno se un cambiamento di registro, ovvero un’operazione di ‘disvelamento’ della realtà, con la drammaticità delle emergenze sociali ed economiche e la mediocrità della Governance possa consentire loro di invertire la rotta dell’audience e dell’accountability.

Magari sabato prossimo ascolteremo delle novità (almeno ce lo auguriamo).

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