Uno dei maggiori trend nel settore ICT di questi ultimi anni è senza dubbio il Cloud Computing, ovvero quell’insieme di tecnologie attraverso le quali è possibile fornire servizi attraverso la rete, per mezzo di infrastrutture di memorizzazione e di elaborazione dati residenti tipicamente in data center.
Tale procedura di efficientamento fino a poco tempo fa esclusivo dominio del settore privato, si è fatto più recentemente strada anche in un settore pubblico mosso dalla necessità di trovare nuove metodologie operative per ridurre i costi e aumentare la produttività dei servizi.
Un recente studio, realizzato da Microsoft Italia in collaborazione con l’Osservatorio ICT PA e Sanità di Netics, ha messo in evidenza che la Pubblica Amministrazione italiana, utilizzando quotidianamente le soluzioni offerte dalle tecnologie di comunicazione integrata e collaborativa, realizzerebbe un risparmio complessivo stimato sui 2,9 miliardi di euro all’anno.
Tuttavia, oltre che sui costi, l’attenzione dovrebbe essere portata sui risultati che il processo di “cloudizzazione” della PA può determinare; la questione che, infatti, fino ad oggi è rimasta sullo sfondo del dibattito politico, in particolare quello focalizzato sulla spending review, è come la Pubblica Amministrazione digitale possa migliorare le proprie performance, ovvero “fare presto e bene”. Secondo il
Politecnico di Milano, la digitalizzazione dei processi di interfaccia tra imprese e PA potrebbe comportare una riduzione dei costi burocratici a carico delle imprese superiore al 30%, con un recupero di produttività equivalente a 23 miliardi di euro!
Sono in gioco quindi cifre importanti che dimostrano come, semplificando le proprie procedure e riorganizzando i propri processi, la PA potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel partecipare allo “Sblocca Italia”, cioè allo sforzo che tutto il Paese è chiamato a fare per aumentare la propria competitività, lo sviluppo delle imprese e dell’occupazione.
Un contributo importante per accelerare tale cambiamenti è rappresentato dalla soluzione-Clesius per la gestione degli appalti di lavori pubblici.
La soluzione Clesius
La soluzione Clesius si contraddistingue per un approccio di tipo SaaS – Software as a Service – che consente l’utilizzo del programma attraverso un semplice browser internet. Quando una stazione appaltante indice una gara d’appalto rende pubblico un indirizzo web al quale connettersi, via https. L’intero processo dell’offerta è anonimo: il sistema non può identificare gli utenti e non conoscere nessuno dei valori introdotti.
Per inserire i dati è sufficiente creare un “account” ovvero completare la procedura di registrazione: chiunque desideri partecipare alla gara dovrà inizialmente creare un nome utente, una password e una chiave crittografica. Questi tre elementi non sono riconducibili ad alcun profilo utente ( incaricato, legale rappresentante o azienda ) e non vengono memorizzati “in chiaro” dal server.
Dopo aver completato la procedura di registrazione, gli stessi identificativi permettono l’accesso per visualizzare e eventualmente modificare i dati già introdotti. La base di partenza dell’offerta è uguale per tutte le imprese partecipanti: è infatti precompilata comprendendo voci e prezzi informativi fissati nella preventivazione esecutiva.
La modifica di un prezzo, relativo a un singolo elemento o a una lavorazione, all’interno di una scheda d’analisi produce l’effetto di modificare automaticamente tutte le schede riportanti lo stesso elemento, aggiornando il relativo prezzo. Se per esempio è modificato il prezzo orario di un “operaio specializzato” in una riga d’analisi di una scheda, tutte le schede che riportano la voce di costo “operaio specializzato” verranno aggiornate con il medesimo prezzo orario.
Ciò permette alle imprese di velocizzare l’attività di controllo, evitando l’affannosa ricerca di differenze di prezzo per voci di costo identiche, e di monitorare gli effetti che le modifiche producono progressivamente su importi generali e relativi ribassi.
I ribassi, in particolare, vengono messi in evidenza se considerati “eccessivi” ( per esempio, se subiscono uno scostamento maggiore al 25% dai valori del progetto ) e che potrebbero quindi costituire delle potenziali anomalie. L’aumento della qualità delle offerte è assicurato dall’introduzione di controlli automatici ( formali /ordine di grandezza ) sui valori inseriti ( quantità/ prezzi ) contestualmente al lavoro di input dati.
Qualità e sicurezza dell’offerta.
La chiave crittografica, costituita da una semplice frase, permette di rendere illeggibili i valori relativi all’offerta prima ancora che questi vengano memorizzati sul server. Questo significa che nemmeno la Stazione Appaltante o i gestori del servizio sono in grado di conoscere, a gara in corso, i dati contenuti nelle offerte.
Solo chi conosce i tre elementi di accesso ( nome utente, password e chiave crittografica ) ha la possibilità di consultare l’offerta e eventualmente richiamarla.
Le imprese partecipanti alla gara d’appalto, una volta compilata l’offerta nel sistema Clesius, hanno la possibilità di generare la documentazione ( pdf / cartaceo ) da consegnare entro i termini previsti nel bando di gara. Nelle prime pagine vengono riportati i codici identificativi dell’impresa, l’identificazione del momento della stampa, la chiave crittografica e i valori riassuntivi dell’offerta ( importi totali e percentuale di ribasso ). Segue, poi, l’elenco prezzi unitario con l’evidenziazione delle modifiche apportate alle quantità delle lavorazioni “a corpo” laddove permesso e le eventuali schede integrative alle lavorazioni previste nel progetto.
Al momento dell’apertura delle buste, la stazione appaltante – in seduta pubblica – per mezzo di una semplice scansione dei codici a barre riportati sulla prima pagina dell’offerta, può identificare subito l’impresa partecipante, decifrare i valori inseriti e rendere pubblici ribassi e eventuali anomalie.
L’apertura delle buste, inoltre, permette un confronto automatico tra le varie offerte e la generazione dinamica della graduatoria in funzione – ad esempio – del ribasso, confrontando al contempo le anomalie ( lo scostamento dell’offerta rispetto al listino prezzo provinciale o rispetto al capitolato tecnico possono essere impostati come parametri per fare si che l’amministrazione abbia strumenti di analisi efficaci ) ed identificando le imprese che in base alla normativa di riferimento devono essere escluse.
Una procedura di questo tipo permette di velocizzare le procedure di aggiudicazione, riducendone drasticamente i tempi: in sede di prima applicazione ( Provincia Autonoma di Trento ), il sistema Clesius ha permesso alla stazione appaltante di chiudere l’intero processo in circa 2 mesi ( contro i 6 mesi necessari per procedure analoghe con sistemi tradizionali ).