LA LEZIONE DI LORENZO PER IL PAESE

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Lorenzo Dellai

Potrei, con una forzatura retorica, definirla una ventata di aria fresca, ma la “lezione” che il trentino Lorenzo Dellai ha tenuto a Padova nei giorni scorsi, rappresenta effettivamente –  nell’ambito della “calura politica” che si accompagna a quella di stagione – una proposta di riflessione strategica e programma operativo che incoraggia la ripresa di un impegno e di un’azione di buona lena sulle questioni al centro dell’agenda politica.

Già l’apertura del discorso con il riferimento alla necessità di un “cambio di passo”, ha dato il segno che l’ex Presidente della Provincia di Trento intende immettere nella  funzione-responsabilità di capo-gruppo alla Camera di Scelta Civica, l’energia e la determinazione di un leader cimentatosi  nei sentieri impegnativi  della concretezza amministrativa ed istituzionale.

D’altronde, il focus dell’intero excursus politico-culturale presentato è stato l’ancoraggio alla realtà territoriale, inteso come principio metodologico, sia per mettere in campo  il lavoro di rete che per sottrarre l’attività politica alle spire di un neo-centralismo sempre in agguato.

Tale indicazione, nel ragionamento di Dellai, serve al percorso  della “reinvenzione di una politica istituzionale” e a suggerire i contenuti di una identità indispensabile a supportare la trasformazione di un movimento in Partito.

E sulle connotazioni distintive ed innovative che debbono caratterizzare la nuova stagione di Scelta Civica, il discorso è stato disarmante per semplicità e chiarezza:

–          Necessità di costituire un riferimento credibile perché soggetto più “prossimo” al comune sentire e “discontinuo” rispetto alla verticalizzazione e personalizzazione populista del bipolarismo muscolare vissuto nell’ultimo ventennio

–          Rappresentare la “sentinella dello sviluppo” che presidia la via stretta del rigore e della stabilità politica

–          Immettere razionalità nel dibattito politico parlamentare per sottrarlo alle “pulsioni partigiane” che come nel caso delle issue sventolate dal PDL e/o delle divisioni pre-congressuali che agitano il PD, allontanano il processo decisionale dalle priorità che la realtà di una crisi socio-economica persistente impone di assumere

–          Visione strategica di medio periodo che consenta al Governo Letta di operare con un “contratto di maggioranza” ed affrontare le sfide prossime temporalmente sequenziali: a) la Legge di stabilità; b) il semestre europeo a guida italiana nel 2014.

Tutto ciò  è stato  sottolineato con la serenità e la consapevolezza di chi è pronto e preparato ad esercitare una nuova leadership responsabile, in un contesto nel quale la metafora del “salire in politica”  si è trasformata: non più e non solo efficace messaggio elettorale, bensì impegno programmatico di una forza politica che si propone di legittimare e radicare la propria presenza e funzione nel Paese nel segno della serietà e coerenza.

Si tratta di una “scelta civica” che necessita anche di essere comunicata ed irrobustita dalla implementazione di una struttura organizzativa di partito che assuma un modello innovativo (flessibilità e geometria variabile in grado di intercettare la variegata domanda di partecipazione e rappresentanza politica che i diversi territori del Paese manifestano), ma non “liquido”!

Con un linguaggio asciutto e denso, Lorenzo Dellai ha tratteggiato la fisionomia di un soggetto politico che alla “società slabbrata” imbevuta di individualismo-rete-potere suggerisce di rigenerarsi ed innervarsi con il popolarismo e la cultura liberaldemocratica di matrice europea, attraverso la rielaborazione originale e l’aggiornamento  di valori e scelte strategiche che orientino la scelta di campo sia nel quadro politico interno che nell’ambito internazionale.

Non solo Partito “garante dei conti” quindi, ma nuovo soggetto politico popolare, con un’anima profonda e calda, in grado di sintonizzarsi con la società italiana che esprime le  risorse civili ed imprenditoriali con le quali elaborare ed intraprendere la realizzazione di un nuovo disegno di rinnovamento istituzionale ed economico del Paese.

E qui ritorniamo all’incipit di questa breve cronaca di un appuntamento politico padovano: i rappresentanti territoriali di Scelta Civica nel manifestare una piena sintonia con il capo-gruppo alla Camera, hanno condiviso anche  la suggestione di  un  nordest che, dopo le frustrazioni e disillusioni vissute nell’inseguimento delle promesse populiste, diventi luogo e piattaforma di energie e risorse per far decollare un progetto nazionale  nel quale le parole aderiscano ai programmi, le azioni  evidenzino la linea di avanzamento, i nervi saldi soppiantino  la frenesia,   la fiducia nel futuro subentri alla credulità ed al qualunquismo, le radici delle comunità locali alimentino l’impegno per l’innovazione ed il cambiamento.

 

 

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