Quella pubblicata sul giornale online Venetovox (www.vvox.it) di sabato 6 u.s. al Direttore dell’ALDA _ Association of Local Democracy Agencies – Antonella Valmorbida, è un’intervista magnifica, da non perdere; per questa ragione segnalo in calce il link all’intero testo di cui suggerisco la lettura. Ammetto che sono avvantaggiato nel commentarla e partigiano nel sostenerne la divulgazione: conosco l’instancabile e preziosa opera di Antonella e dell’ALDA, una sorta di frenetico apostolato per divulgare e consolidare la pratica della cittadinanza attiva nelle terre d’Europa, in particolare nella parte orientale del Continente di più recente accesso all’UE ed avvio del processo di democratizzazione e sviluppo, con l’accompagnamento delle comunità locali all’emancipazione sociale ed economica attraverso le buone pratiche amministrative. Nel colloquio ottimamente condotto da Stefano Allione, emerge (e riscontro ammirato) la lucidità di un’analisi e di una visione aggiornata di un europeismo i cui fondamenti valoriali vanno ben oltre il vincolo monetario e costituiscono la leva che hanno consentito (in particolare ad un Paese fragile come il nostro) di non farci travolgere dalla globalizzazione. La qualità delle domande e l’acutezza delle risposte ci restituiscono la consapevolezza e la profondità delle sfide con le quali l’Italia e l’Europa intera debbono fare i conti, e rappresentano una lezione che andrebbe (obbligatoriamente) somministrata agli asini populisti come Salvini. Quanto vorremmo sentir riecheggiare i contenuti dell’intervista in qualche talk show dove ci si attarda in bolse discussioni sull’euro e non si avverte la gravità dei pericoli che incombono sul futuro, a cominciare dai rischi dello scenario internazionale, laddove il Direttore dell’ALDA ammonisce che “’Unione Europea dovrebbe essere più protagonista ed essere più rapida nella risposta. Quella (per es., ndr) in Ucraina è un’emergenza grave e l’Europa non lo ha percepito abbastanza”. Fortuna, vien da dire – insieme con Antonella – che alla Politica Estera UE c’è la Mogherini “non tanto perché sia italiana, perché sia giovane o perché sia donna, che non ha molta rilevanza ma perché è un’europeista e una federalista convinta. In più ha molta energia e lavora molto, a livello di ore effettive”. Estrapolo quest’ultima affermazione perché mi consente di sottolineare che, al di là del giudizio dissimulatorio, vi si legge una sintonizzazione sul sentimento di un autentico europeismo nel quale ci identifichiamo pienamente.
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