Vent’anni fa, con Schei, Stella aveva indugiato sulla fenomenologia del Veneto affluente, con annotazioni superficiali, acrimoniose e distorsive di un’antropologia socio-culturale che, pur appesantita da persistenti elementi di venetismo localista e regressivo, era ed è connotata da un’indomita energia sfidante i limiti storici di una terra segnata dalla povertà e dall’immigrazione, ma orientata dal valore guida dell’emancipazione più che dall’ossessione per il danaro. Nel frattempo la Regione ha assorbito ed integrato 500.000 immigrati, ha dapprima sperimentato la delocalizzazione e successivamente si è avviata nel percorso dell’internazionalizzazione con Imprenditori e Marchi che stanno assumendo un ruolo decisivo di traino e spinta alla competitività globale del sistema territoriale, si è dotata di prime infrastrutture fondamentali, si è incamminata in un irreversibile processo di terziarizzazione attraverso la qualificazione dell’offerta in comparti nei quali primeggia (dal Turismo alla filiera enogastronomica), ha iscritto nell’Agenda politica la questione delle riforme istituzionali. Restano tensioni e dilemmi fondamentali, ma in questa fase la sfida prioritaria è sicuramente quella della rigenerazione etico-civile, ovvero la capacità di guardare dentro alla “comunità veneta”, focalizzando le ragioni ed i protagonisti reali del conflitto in corso tra innovatori e conservatori. C’è quindi bisogno di maggiore sincerità e documentazione, anche attraverso una discussione pubblica ed un sistema di comunicazione che consenta di andare oltre le rappresentazioni giornalistiche (e qualunquistiche) che si soffermano su letture macchiettistiche, parziali, pessimistiche e vittimistiche. Tale approccio ha – di fatto – evitato di affrontare la complessità e contraddittorietà dei processi di cambiamento ed oscurato i meccanismi di manomissione della governance regionale ad opera di protagonisti comunque osservati e omaggiati dal sistema dei media (affidando alla sola magistratura il compito di discriminazione: mi si spieghi per esempio la distinzione etico-morale tra Galan ed i suoi figliocci come Zaia ed il Tosi – citato da Stella). Abbiamo bisogno di nuovi leader (in tutti gli ambiti professionali ed associativi) e nuove “penne” in grado di promuovere maggiore riflessività e consapevolezza, di alimentare cioè l’informazione ed il dibattito per un’opinione pubblica nel Veneto a cui siano sempre più chiari i contenuti delle sfide e delle scelte che attengono alla responsabilità di tutti.
L’esortazione di Stella ai veneti ed il ruolo dell’informazione
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