“La mia sensazione è che il senso civico che c’è nel Veneto è molto al di sopra del resto d’Italia” Stefano Ancilotto (da VENETO anno zero – Renzo Mazzaro)
Abbiamo da tempo imparato a non dare credito alle previsioni elettorali di sondaggisti e politologi i quali, escluse poche eccezioni, sono ingaggiati e ben remunerati da media che chiedono loro di inseguire umori, tendenze momentanee e piroette dei “personaggi” prodotti dai media stessi (talk show in primis), piuttosto che realizzare analisi approfondite che scrutino i processi politico-culturali profondi e la loro incidenza sugli effettivi cambiamenti per quanto attiene la governance ed i programmi.
Purtroppo non siamo ancora sufficientemente preparati a sottrarci ai commenti ed alle valutazioni postelettorali formulati da quei stessi personaggi che, per non contraddirsi, continuano imperterriti a sciorinare letture superficiali delle risultanze delle urne, del loro significato e del loro impatto sulla realtà, anche quando mettono in discussione i presupposti dei presunti analisti.
Il caso Veneto ovviamente costituisce una conferma di tale povertà. Per questa ragione riprendiamo la riflessione sul #venetochevogliamo pubblicando articoli, interventi e documenti che esprimono opinioni e proposte, sulla realtà politico-aministrativa-istituzionale determinatasi dopo la recente tornata elettorale regionale-comunale, focalizzando questioni vere, soffermandosi sui dati strutturali, sollecitando la discussione ed il confronto sulle scelte programmatiche che la campagna elettorale, affidata dai maggiori competitor ai “professionisti del fumo a manovella”, ha evitato accuratamente di sottoporre ai cittadini elettori, ma che costituiscono una drammatica urgenza dell’agenda politica.
Per alcune delle questioni che avevamo indicato nei nostri “10 punti”, la realtà si è incaricata di accentuare la problematicità e complessità delle decisioni da assumere (immigrazione, priorità nella lista delle infrastrutture necessarie, riorganizzazione amministrativo-istituzionale contestuale alla razionalizzazione della spesa, rischio default Comune di Venezia….).
L’intento di questa nostra iniziativa era ed è di contribuire ad arrestare lo spegnimento della passione civica e di alimentare una cittadinanza attiva, diffusa, consapevole, in grado di contrastare le pulsioni del populismo e della rozza demagogia, un prezzo insopportabile per una Regione come la nostra; quello che molti Veneti si attendono è una offerta politica innovativa, sincera, coinvolgente e responsabilizzante.
Per questa ragione il dibattito sofferto e necessario apertosi nel Partito regionale che maggiormente è mancato (finora) all’appuntamento con le emergenti domande dei cittadini (in particolare degli elettori che alle europee si erano sintonizzati con il messaggio renziano) è particolarmente significativo per il percorso che vogliamo riprendere.
Rinviamo ad un primo articolo di Claudio Rizzato pubblicato dal giornale online Veneto vox nei giorni scorsi:
Pd: o partito vero, o perderà ancora. Non può continuare ad essere un comitato elettorale iper-litigioso. E che insegue la destra.