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Rinascimento collaborativo
Luca Conti – NOVA24 Il Sole 24 Ore domenica – 25 Giugno 2017

Nascono piattaforme per turismo, social network viaggi e musica. Create dal basso contro il potere dei big. Con maggior equità
Un nuovo Rinascimento, in beta permanente. Oltre Uber e AirBnB, l’ecosistema dell’economia collaborativa si reinventa ed evolve, con nuovi esperimenti sociali che vedono la persona tornare al centro. Accanto al modello di startup supportato da fondi di investimento di venture capital e azionisti di controllo, si fa spazio un modello cooperativo, con nuove realtà supportate dagli utenti che usano le piattaforme. Un cambio di paradigma reso possibile dalla nascita di strumenti innovativi che permettono di organizzare la partecipazione dal basso in maniera più efficiente rispetto al passato, come Loomio e OpenCollective. Una spinta ulteriore, verso soluzioni alternative, viene dall’aumento del potere(e della capitalizzazione) dei cinque grandi dell’economia digitale – Google, Apple, Microsoft, Facebook e Amazon – e dai rischi derivanti dalla concentrazione in poche mani dei dati personali di milioni di persone e dall’uso manipolatorio dei dati stessi, tra fake news e sorveglianza dei governi.
Un insieme di condizioni che ha stimolato sviluppatori, imprenditori e ricercatori a lanciare nuovi progetti, con l’obiettivo di rendere più equa l’economia dello scambio di servizi tra utenti. Gli ambiti in cui questo mondo si sta sviluppando sono quelli dove la disruption digitale sta cambiando più rapidamente le abitudini di milioni di persone: turismo alternativo, streaming di musica, condivisione di contenuti e gestione delle relazioni, elettronica di consumo, sostegno dal basso dei produttori di contenuti.
Un percorso quasi naturale – un nuovo Rinascimento, secondo la definizione di Douglas Rushkoff – in cui la partecipazione attiva degli utenti si avvantaggia di un cambio di prospettiva, in termini di consapevolezza e di responsabilità sociale. Un percorso in cui le piattaforme di carattere cooperativo e federale, come Mastodon o Resonate, sono un passo avanti in un lungo cammino tutto da compiere e non un punto di arrivo.
I primi pionieri che stanno popolando queste piattaforme, alternative a Facebook, Twitter, Spotify, eBay, sono consapevoli di vivere un esperimento sociale, su scala globale, in cui testare nuovi modelli di business. Forme di coinvolgimento in cui sono gli utenti a decidere quali servizi sviluppare in base ai propri bisogni, sostenendoli in prima persona, mettendo mano al borsellino elettronico. Non si tratta né di un fenomeno mediatico, né di una vera minaccia allo status quo, ma di un segno concreto dell’esistenza di una domanda reale, di un modo diverso di concepire la cittadinanza digitale.
Il pubblico che partecipa attivamente allo sviluppo delle nuove piattaforme cooperative è più diversificato rispetto alla nicchia, più o meno estesa, che ha promosso i valori del software libero e dell’open source. Oggi ne fanno parte anche nuovi soggetti, sensibili ai temi del commercio equo e solidale, della libertà di espressione in rete e dell’ambientalismo. I progetti FairPhone e FairBnB, entrambi nati ad Amsterdam, sono un esempio nella ricerca di maggiore equità sociale all’interno dell’economia digitale. Un percorso ricco di sfide e di resistenza al cambiamento, ma non per questo impossibile da realizzare.
Fairphone si è scontrato e si scontra con la realtà dell’economia globale, in cui la complessità delle relazioni economiche non facilita la certificazione in senso equo delle materie prime e dei processi produttivi, ma non per questo si è arreso. Il prossimo smartphone Fairphone 2 sarà in distribuzione entro la fine dell’anno, in tutta Europa, con l’interessamento di alcuni operatori telefonici. FairBnB si trova in una fase di sviluppo meno avanzata, ma entro l’anno si prevede la partenza dei primi progetti-pilota in alcune delle città dove il movimento culturale, che promuove un turismo digitale a supporto dell’economia dei territori, è già coeso, come Barcellona, Amsterdam o Venezia. La fondazione che promuove il progetto ha diffuso un manifesto su cui sta raccogliendo adesioni, in un momento in cui AirBnB si trova a fronteggiare in molti territori limitazioni e regolamenti promossi dai governi locali.
Le conquiste della ricerca tecnologica sono anch’esse uno dei fattori che favoriscono i movimenti dal basso. Il machine learning può venire in aiuto di progetti alternativi, consentendo di analizzare dati, per aumentare l’efficienza dei servizi offerti, capitalizzando sull’esperienza dei giganti del web. Ride Austin, soggetto no profit nato nella città texana per offrire una alternativa ai servizi offerti da Uber e Lyft, è riuscito in questo modo a ridurre i tempi di attesa dei suoi piloti, individuando i punti di salita più frequenti. Il risultato ha permesso di offrire tariffe competitive, garantendo ai piloti un margine economico superiore, dimostrando che piattaforme organizzate dal basso possono realmente competere.
Le piattaforme cooperative, qualsiasi sia la loro ragione sociale, hanno il potenziale per far nascere una nuova era del web collaborativo. Dalla fase di scoperta e di affermazione delle piattaforme di condivisione, cresciute fino a diventare monopolisti quotati sui mercati azionari, la rete sta vivendo una fase di acquisizione di consapevolezza dei limiti e dei rischi di tali concentrazioni e del valore dei dati e della privacy. Le piattaforme emergenti sono una palestra di idee, in costruzione e ancora poco frequentata, dove potrebbe nascere il web di prossima generazione. Vincerà chi sarà in grado di unire visione, competitività e valori, in un nuovo Rinascimento che riporta al centro la persona.

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