Primarie sui programmi
DI CORRADO POLI Editoriali/Interventi – Corriere Del Veneto
Alle prossime elezioni regionali rischia di vincere l’astensionismo. Lo lascia prevedere sia il neo-centralismo statale (ed europeo), sia l’assenza di programmi ben definiti delle liste maggiori. Primarie o non primarie, dei programmi, si dice, se ne parlerà non appena saranno definiti i candidati e inizierà la campagna. Ma così non funziona: il progetto politico non è un fatto estemporaneo, deve essere radicato in un’azione lunga e coerente del partito da cui emerge un candidato con una visione futura. Se tutto si riduce a sostituire «gli altri», prevale l’astensione o il populismo che vorrebbe mandare a casa tutti, chiunque essi siano. La situazione è ancora più problematica quando i candidati presidenti sono scelti – a Roma – dalle segreterie sulla base dei rapporti di forza interni. Il programma diventa un accessorio redatto in seguito e al traino di sondaggi e umori passeggeri. Così che diventano inevitabilmente incoerenti liste della spesa su cui peraltro, come abbiamo visto, tutti alla fine concordano o si accordano. Programmi seri non ripropongono vuote ideologie e linguaggi fuori dal tempo – per esempio liberalizzazioni contro «laburizzazioni» – smentiti peraltro da mille contraddizioni interne e ripetuti ripensamenti. Ci sarebbero invece almeno due programmi chiari, entrambi degni e utili che rivoluzionerebbero molte appartenenze sclerotiche e stanche. Il programma progressista che promuove la trasformazione del Veneto in un’economia basata sullo sviluppo culturale, su tecnologie e professioni innovative, che fiorisce in un ambiente protetto e riqualificato gradito dai giovani e da una parte consistente di cittadini portatori da nuovi valori che la politica ancora non rappresenta. A questi vale la pena che si opponga un programma conservatore che rallenti il cambiamento rendendolo meno traumatico. Difenda perciò l’economia presente che svolge ancora una funzione importante nel produrre ricchezza ed è sostenuta da una società più anziana (almeno come mentalità) i cui valori sono saldamente radicati. Al candidato, alla lista e agli elettori non deve interessare quale dei due programmi abbia più probabilità di vincere, ma quello in cui crede con maggiore convinzione. Purtroppo non c’è speranza che la campagna elettorale per le regionali del Veneto affronti davvero questi temi di ampia portata politica. Prevarrà una pletora di dichiarazioni a favore o contro alcune specifiche opere o provvedimenti, ma saranno espresse in modo tale da essere contraddette alla prima occasione oppure tacitate dal Governo.
Mercoledì 5 Novembre 2014