UN GRILLO INSOLENTE e’ il sacrificio quotidiano che dovremo sopportare per un po’ di tempo, dalle interviste da lecchino-provinciale a giornali non italiani ben lieti di ospitarne le idiozie pur di offrire ai propri lettori (particolarmente se tedeschi) l’immagine di un Paese allo sbando; ai giudizi sprezzanti e malevoli nei confronti della leadership politica attualmente impegnata nella formazione di un Governo che dia un segnale di discontinuita’ generazionale e programmatica. E’ un prezzo che paghiamo volentieri per due ragioni:
a) innanzitutto perche’ la (perversa)logorrea dell’ex comico genovese costituisce comunque un miglioramento antropologico-culturale rispetto allo squallore etico-linguistico di personaggi come Di Pietro e Bossi che nel recente passato hanno interpretato il ruolo di attori (comici solo nelle esilaranti imitazioni) “antisistema” e sono, per nostra fortuna, usciti di scena
b) in secondo luogo, il livore bilioso e’ direttamente proporzionale alle possibilita’ di successo (che ci auguriamo) di Enrico Letta, al quale e’ affidato il compito di dimostrare, innanzitutto a se stesso e conseguentemente agli italiani che il nostro Paese ha un’ampia (anche se non inesauribile) riserva di resilienza ed una dotazione di personalita’ ricche di carisma, competenze, idealita’ in grado di comporre un “equipaggio” all’altezza della sfida di un mare tempestoso.
Allo skipper ed ai marinai e’ richiesto di condividere la rotta per portare la nave italiana fuori dal pericolo, sottraendosi al condizionamento di lusinghe ed ingiurie, di tifoserie e richiami a fedelta’ partigiane.
Di fronte a tale scelta ed impegno, le insolenze grillino piu’ che una minaccia risultano essere un incentivo a rafforzare la coesione e la coalizione nell’affrontare (finalmente) la durezza delle questioni concrete: risanamento finanziario, innovazione istituzionale, programma per la crescita e l’occupazione.