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Non affidiamoci ai giocolieri della comunicazione

L’appuntamento delle elezioni  regionali 2015 costituisce l’occasione per  una nuova narrazione della Regione che amiamo, ma non fino al punto da non riconoscere che la subcultura dell’autosufficienza venetista ne  ha provocato il declino morale,  la degenerazione affaristica e l’impoverimento dell’attività legislativa. Si tratta di veri e propri “bachi” della struttura democratica che – ora – debbono costituire il focus del confronto elettorale tra tutti i protagonisti della  competizione. E’ auspicabile che in essa si manifesti  la  consapevolezza che al Veneto è richiesta una rigenerazione etico-civile ed una discontinuità nella gestione politico-istituzionale. Presupposto culturale decisivo è l’adozione di un linguaggio rispettoso dei valori storico-culturali. I  veneti infatti,  coltivano una  memoria profonda nella quale trovano posto  sia l’identità unitaria del  Paese  che l’autentica vocazione regionalista.  L’indomita energia che nell’ultimo mezzo secolo  ha consentito loro una piena emancipazione sociale ed economica,  deve essere investita e finalizzata anche per ristrutturare, efficientare e moralizzare gli apparati che ingombrano le funzioni dello stato e ne accentuano le devianze centralistiche e  burocratico-amministrative. Un tale approccio non è certo garantito dalle fragili organizzazioni partitiche e/o da un ceto politico veneto che in grande parte ha manifestato un atteggiamento da  “servitù volontaria”,  nell’ambito della corte dell’ex “doge” ignominiosamente decaduto. Anche nell’avvio della campagna elettorale sonno vaghi i segnali di una  volontà progettuale innovativa. Riteniamo pertanto doveroso contribuire ad una discussione e riflessività diffusa attraverso il confronto e la focalizzazione dei temi  e dilemmi al centro della competizione, in grado di orientare gli schieramenti sulle scelte programmatiche più idonee e condivise,  per un nuovo rinascimento veneto. Ed a tal fine sottoponiamo al confronto un contributo nella forma di un “decalogo”  di questioni  dirimenti per le policies regionali.

  1. La cittadinanza attiva e la partecipazione informata sono la leva decisiva per il rinnovamento e l’efficacia della governance e dei processi decisionali  a tutti i livelli
  2. L’innovazione digitale costituisce il fattore che va messo al centro dell’agenda politico-amministrativa e delle scelte per la competitività dell’intero sistema economico regionale
  3. Il riordino istituzionale, a partire dal superamento dell’attuale Senato, comporta per il Veneto la reingegnerizzazione dell’apparato pubblico attraverso l’integrazione dei servizi e della pletora delle utilities; un passaggio cruciale è il riordino della tecnostruttura regionale per superarne l’autoreferenzialità e renderla più accessibile ai cittadini e collaborativa con gli altri livelli politico-amministrativi
  4. L’orizzonte strategico dello sviluppo e della competitività è green, attraverso il superamento del vecchio modello manifatturiero e delle tecnologie energivore
  5. Il tessuto urbano delle città ed il territorio industrializzato debbono essere sottoposti ad un’opera di rigenerazione e rivitalizzazione nel segno della tutela, sostenibilità e riorientamento delle funzioni
  6. Il sistema socio-sanitario e le reti di protezione sociale vanno ripensati, riorganizzati, rifinanziati avendo presenti: il mutamento demografico e della scala dei bisogni, la struttura dei redditi e della necessaria compartecipazione equa ai costi di gestione, l’aggiornamento dei modelli culturali ed organizzativi della sussidiarietà
  7. La cultura dell’accoglienza e dell’integrazione si debbono tradurre in strutture e strategie solide, in grado di affrontare le emergenze e trasformarle in opportunità
  8. Nel contesto di disordine internazionale ed irrequietezza sociale conseguenti, vanno adottate specifiche misure di sicurezza caratterizzate da fermezza e severità nel prevenire e colpire duramente ogni forma di aggressione alla pacifica convivenza: ciò a partire dall’avvio di una vera integrazione operativa delle molteplici forze di polizia (compresa quella locale)
  9. L’identità veneta costituisce una risorsa di generosità, operosità, imprenditorialità, solidarietà ed innovazione sociale che va difesa ed alimentata attraverso investimenti strategico-prioritari (con il concorso dei privati) su innovazione didattica, ricerca e processi di internazionalizzazione
  10. L’autonomia del Veneto va declinata attraverso la pratica di un Regionalismo efficiente e  combattivo in grado di  imporre nell’agenda politica nazionale,  da un lato  le scelte del risanamento morale e finanziario, e dall’altro   il rinnovamento culturale  necessario  per promuovere e difendere le ragioni del nostro Paese nell’ambito europeo e della competizione globale.

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