Civil Life. Giovani, digitale e partecipazione

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In un appassionato discorso per il conferimento delle lauree tenuto al Kenyon College il 21 maggio 2005, David F. Wallace iniziò l’intervento con l’impiego di una storiella dal sapore parabolico:  i protagonisti sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: ”Salve ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: ”Che cavolo è l’acqua?” (David F. Wallace, Questa è l’acqua – Einaudi 2009)

Con straordinaria acutezza, lo scomparso giovane scrittore americano scrutava i mutamenti antropologico-culturali della partecipazione sociale e della cittadinanza, che avrebbero trovato, con la successiva esplosione dei social media, quella che Loredana Sciolla ha chiamato “l’attiva impoliticità dei giovani”: una fenomenologia ben descritta in una recente indagine nazionale compiuta negli Stati Uniti tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni in cui si evidenzia che la metà dei giovani si impegna in attività di “politica partecipativa” che ha caratteristiche inedite (interattività, nessuna deferenza verso le rappresentanze istituzionali, estraneità ai media tradizionali, flash mob….).Ciò si traduce in un’azione di “controllo e sorveglianza” sul potere politico, ma non manifesta interesse – e tanto meno incisività – sulle policy. Come non leggervi alcuni dei comportamenti-colpe che giornalisti e politologi di casa nostra attribuiscono agli “alieni” del M5S e di quell’emergere di nuove difficoltà per il funzionamento del sistema politico-istituzionale che Sabino Cassese ha identificato nella tensione tra juristocracy ed electocracy?

Si tratta di una fenomenologia che abbiamo potuto intercettare, indagare ed affrontare, nell’ultimo quinquennio, attraverso il progetto Civil Life (www.civillife.it), sostenuto dal Consiglio ed Ufficio Scolastico Regionali del Veneto, con il quale si è avviata un’intensa ed articolata attività di educazione alla cittadinanza attiva nelle scuole, sull’onda delle indicazioni ministeriali per il ripristino dell’educazione civica. Sulla scorta di un’esperienza di e-democracy  (vedi in www.demotopia.ning.com )che ci aveva dimostrato la persistenza di un analfabetismo digitale del ceto politico-amministrativo “adulto”, ostacolo dimostratosi insuperabile per l’accessibilità dei cittadini alla vita politico-amminIstrativa, ci siamo concentrati sul mondo dei giovani studenti attuando il rovesciamento dell’approccio didattico tradizionale, ovvero evitando di “somministrare” moduli formativi ed interpellando bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria, chiedendo loro: ”Come giudicate la partecipazione, cosa conoscete e pensate delle istituzioni?”.

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