Leadership, trasparenza e responsabilità per la nuova Europa

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Sostiene Antonio Polito sul Corriere odierno “C’è lettera e lettera. Quella «strettamente confidenziale» che trovate oggi su tutti i giornali, inviata dalla Commissione europea all’Italia, è severa nella forma; ma è niente a cospetto dell’altra ben più drammatica spedita nel 2011 dalla Bce, che fu l’inizio della fine dell’era Berlusconi (e infatti quella il governo la tenne riservata; questa invece è stata subito resa pubblica, con grande irritazione di Bruxelles)”. Credo che la scelta di Renzi non sia un atto da “guascone”, bensì un doveroso atto di coraggio: mettere “le carte sul tavolo” corrisponde infatti alla scelta di chiedere ai capi di Stato e di Governo europei la responsabilità di esercitare in modo più trasparente e leale un potere decisionale sulla strategia di sviluppo (che comporta anche l’adozione di criteri di flessibilità nella valutazione dei Bilanci nazionali che non rispettano le regole). E’ abbastanza evidente che finora alcuni Paesi ed in particolare la Germania, ha “giocato di sponda” con la tecnostruttura di Bruxelles sottrarsi ad un confronto strategico sulle misure necessarie per condividere realmente un programma di superamento della crisi che richiede un surplus di realismo e solidarietà di cui, negli ultimi anni, non c’è stata traccia nella governance europea. Sarebbe il caso che i giornalisti ed i rappresentanti del mondo politico italiano abituati a leggere  e giudicare gli eventi extranazionali con “occhiali da cortile”, facessero uno sforzo di comprensione sul significato e la valenza di atti che debbono essere ispirati e valutati con una concezione della Politica forte, autorevole, efficace, finalizzata non ad uno sterile protagonismo bensì ad una difesa autentica degli interessi nazionali.

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