Reimpaginare la comunicazione

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ANEMIA CULTURALE, DEBOLEZZA NARRATIVA, ENTROPIA POLITICO-ORGANIZZATIVA: I TRE (VERI) NODI CHE L’ASSEMBLEA REGIONALE PD DEVE SCIOGLIERE

DissolvenzaParafrasando l’affermazione di Roger De Menech nel commentare la debacle elettorale e (di fatto) congelare il Congresso regionale – necessario per sostituirlo alla guida del Partito – si può dire che nei nove mesi trascorsi dalla pronuncia della fatidica frase, è andata in scena la commedia del “tutti senza tutti”.

Credo che, ovviamente, egli fosse in buona fede, quando proponeva di affrontare lo shock evitando gli scossoni delle faide interne; ma la sua posizione costituiva una lettura miope e colpevole della situazione:

  1. perché sopravvalutava la funzione terapeutica che la trazione renziana della politica economica nazionale poteva esercitare (meglio, surrogare) per la legittimazione del PD in Veneto;
  2. e, soprattutto, sottovalutava il livello di insufficienza strutturale di un Partito che si presentava: anemico sul piano -culturale, privo di una strategia di comunicazione e di un linguaggio caratterizzanti, rattrappito da una gestione unitaria connotata da un velo di ipocrisia che mascherava (ed ha continuato ad occultare) le linee di frattura tra vecchie appartenenze e le diverse interpretazioni del rapporto tra periferia e centro.

La contraddizione mortifera che l’Assemblea regionale convocata per sabato 9 aprile deve affrontare è ora la seguente: esiste una diffusa consapevolezza, soprattutto tra gli iscritti e gli elettori veneti, dello stato febbricitante del Partito regionale (inteso nel suo insieme), ma non emergono posizioni, indicazioni, polemiche esplicite che indichino terapie efficaci, evidenzino l’esigenza di una discontinuità nella governance.

Sulle ragioni e sui contenuti di tale necessario processo di rigenerazione mi sono già espresso ripetutamente e pertanto rinvio ad alcuni degli interventi con i quali ho inteso contribuire ad alimentare una riflessività critica e formulare delle proposte operative:

http://www.slideshare.net/dinobertocco1/ilvenetochevogliamob?qid=e0b85842-760e-4ce2-85c6-415e2e2980b6&v=&b=&from_search=4

https://www.dinobertocco.it/il-sentiment-democratico-dei-veneti/

https://www.dinobertocco.it/salviamo-il-soldato-roger-e-rigeneriamo-il-pd-veneto/

Reimpaginare la Comunicazione

 

Aldilà, però, dei miei opinabili suggerimenti e delle stesse scelte, relative alla guida del Partito, che verranno assunte, è giusto attendersi dai Membri dell’Assemblea regionale che affrontino l’improcrastinabile esigenza di reimpaginarne i contenuti progettuali e la governance, a partire dalle modalità di gestione della Comunicazione “istituzionale”: essa rappresenta infatti uno strumento decisivo per la rivitalizzazione dei processi di partecipazione interna e di interfacciamento più dinamico, trasparente e coinvolgente con i cittadini e l’opinione pubblica.

Siamo prepotentemente entrati in una temperie da “guerricciola civile” in cui la metastasi del linguaggio politico e lo squadrismo digitale debbono essere affrontati e contrastati con strategie di informazione supportate da tecnologie, metodologie e narrazioni innovative.

Nella degenerazione della competizione politica   il gioco sporco dei Salvini e Casaleggio boys (ma anche degli aspiranti leader antirenziani di casa nostra), dovrà essere smascherato e sbugiardato con la capacità di veicolare autonomamente informazione pulita e di creare climax favorevoli alle scelte ed alle battaglie riformiste del PD.

Sui molti fronti aperti con le iniziative per rafforzare il processo di crescita e sviluppo (si pensi alla querelle di questi giorni sulle Trivelle, nella quale il populismo di qualche ex magistrato in cerca di visibilità si manifesta attraverso la manipolazione argomentativa) le scelte e le posizioni dovranno essere sempre più sostenute dalla elaborazione autonoma di contenuti e dalla loro discussione & comunicazione, senza che esse siano intermediate da un giornalismo arruffone e da talk show che alimentano il qualunquismo e l’antipolitica.

Per queste ragioni, la prima operazione da mettere all’ordine del giorno è il restyling del sito regionale del Partito, attualmente caratterizzato da un “abito” fortemente istituzionale, ovvero con una struttura comunicativa I cui principali riferimenti di persone e di contenuti riguardano gli organismi e i programmi del governo regionale.

Tale impostazione burocratica si evidenzia sia nella scelta delle immagini e dei simboli che nell’organizzazione dei contenuti cosicché vi traspare un tono dirigistico di vecchio conio che risulta sterile rispetto alla necessità di costituire il punto di riferimento aperto e dialogico con tutti gli aderenti e simpatizzanti al partito.

Nell’unica finestra di dialogo presente, si chiede all’interlocutore di “raccontare una storia o una esperienza”: con ciò si intende consolidare i programmi presentati sul sito, instaurando un rapporto comunicativo che evidenzia la posizione di ascolto mettendo in scena una sorta di confessionale laico: “noi restiamo in ascolto, garantendoti la massima privacy” (!?).

Non c’è e non è prevista una situazione di confronto di gruppo; in questo modo viene a mancare completamente una visione di apertura ed un messaggio di comunità che promuove la partecipazione e la cooperazione nella elaborazione dei progetti, prevedendo gli strumenti che possano consentire situazioni di condivisione, di proposta, di confronto.

La Presentazione dunque si risolve in una monade chiusa alla interlocuzione con la realtà viva dello stesso Partito nel territorio e con la molteplicità dei soggetti sociali, culturali, amministrativo-istituzionali interessati ad entrare in relazione.

Il Programma tocca alcuni temi della politica nazionale che sono però esposti in modo abbastanza generico, senza entrare nel merito delle specifiche situazioni riguardanti la Regione. Anche le slide dedicate al “Cantiere veneto” sono abbastanza superficiali e focalizzate sull’Ente regionale, ma con indicazioni che hanno più il carattere di slogan che di percorsi programmatici finalizzati alla riflessività ed all’approfondimento.

Alle Aree provinciali sono dedicate informazioni scarne e poco aggiornate; se ne può dedurre che si tratta di spazi del sito non particolarmente curati.

Insomma, il ”messaggio” che www.partitodemocraticoveneto.org invia ai visitatori è l’assenza di attenzione nei loro confronti ed il manifesto disinteresse a coltivare un rapporto con gli interlocutori.

La domanda che i futuri responsabili del Partito regionale si dovranno porre è: chi possono essere i nostri interlocutori? Con chi di essi vogliamo avviare un dialogo?

Detta molto prosaicamente: qualsiasi comunicazione orientata alla promozione deve tenere presente il target e gli interessi rappresentati dal target. Di questa elementare regola dell’attività informativa, nel sito del PD non esiste nemmeno l’ombra!

Il coinvolgimento e la partecipazione, che costituiscono una leva essenziale per la rigenerazione del Partito, vanno realizzati anche strutturando spazi di attività riservata a Gruppi di lavoro su temi specifici che possano riguardare sia il policy making che issue-progettualità di ampio respiro e/o oggetto di diverse visioni.

Si potranno, per esempio, indicare alcune linee programmatiche su cui il Partito sollecita la riflessione e sulle quali saranno fornite schede descrittive, predisponendo i Forum nei quali ed attraverso i quali si svilupperà la discussione e prevedendo che il dibattito e lo scambio dei contenuti e dei documenti sia riservato a chi si iscrive e dimostra un reale interesse per l’iniziativa.

Si potranno-dovranno altresì presentare contenuti formativi e informativi strettamente correlati alla congiuntura politica (come per esempio sta avvenendo per il decisivo appuntamento del Referendum per le Riforme Costituzionali).

Per concludere: senza riaprire il capitolo sul “modello organizzativo di Partito” (che ho affrontato in un precedente intervento) e le polemiche interne su declino del tesseramento & dintorni, è il caso di ricordare che le strutture partitiche del passato erano pensate e gestite (anche) per consentire l’incontro delle persone, scambiare idee ed opinioni sulle questioni amministrativo-locali, alimentare un sistema di conoscenze e condivisione attraverso cui le identità e le convinzioni si consolidavano o aggiornavano.

Ebbene, il fatto straordinario e la risorsa decisiva (ancor più della nomina del nuovo Segretario regionale) di cui il PD veneto deve prendere atto è che oggi le Tecnologie di Rete e la Rivoluzione digitale mettono a disposizione gli strumenti ed il contesto che possono ricreare il clima favorevole al coinvolgimento ed alla condivisione.

Diversamente dal Movimento 5 Stelle che ha “bruciato” l’esperienza e le opportunità dei Meet up con la deriva populistica e dirigistico-proprietaria della Casaleggio & Associati, un Partito che si dichiara democratico ha il dovere di affrontare l’utilizzo dei mezzi di networking in un modo più strategico, più intelligente e più efficace.

Per quanto riguarda il Veneto, in particolare, la tanto auspicata maggiore “Autonomia Istituzionale” non è separabile dall’assunzione di competenze e modalità operative nell’ambito della Comunicazione che valorizzino le identità e le risorse culturali espresse dal territorio, evitando che lo stesso diventi una semplice articolazione organizzativa per la diffusione di contenuti e messaggi “pensati” da Jim Messina, il “superconsulente” americano arruolato dal Partito a livello Nazionale.

L’esperienza realizzata con la campagna elettorale alle regionali ci dovrebbe aver suggerito che la scorciatoria dell’appalto non sortisce grandi risultati…..

 

 

 

Post scriptum

Senza che ne ce rendiamo conto, stiamo effettivamente scivolando verso una dimensione di post-democrazia, con una progressiva crescita dell’influenza dei poteri economici sulle scelte politiche, con una evanescenza del concetto di bene pubblico, con la perdita di potere reale da parte dei cittadini, con la disaffezione alla partecipazione e con una sostanziale perdita di identità da parte dei diversi soggetti che compongono la realtà sociale ed esercitano funzioni di rappresentanza. Il modello di partito e l’esercizio del diritto di i partecipazione hanno subito un mutamento profondo in questi ultimi anni; non si può pensare di affrontare i cambiamenti con le logiche di solo un decennio fa. Una cosa è comunque indubbia: il modo di impostare la comunicazione per un Ente o un organismo rispecchia in modo puntuale e preciso il rapporto che si ha in animo di attivare con i propri interlocutori. E gli interlocutori di un Partito hanno alcuni bisogni precisi: la chiarezza degli obiettivi, la ricostruzione di una identità e l’esigenza di sentirsi parte di un gruppo che valorizzi, faccia partecipare e faccia crescere i suoi membri e non li consideri solo numeri necessari per raggiungere obiettivi elettorali.

 

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