CAPACI DI EMOZIONI.
Nella settimana appena trascorsa abbiamo vissuto un cumulo di emozioni suscitate dalla ricorrenza del ventunesimo anniversario della strage di Capaci, realizzata dalla mafia per spegnere la straordinaria intelligenza investigativa di Falcone, e dalla canonizzazione di Don Puglisi, anch’esso colpito dalla mano assassina per zittire una umanissima e persuadente voce di pacificazione e di rifiuto della violenta oppressione mafiosa. Abbiamo così avuto conferma di quanto forte e sofferto è il legame con la terra siciliana; in questi giorni è anche riemersa la querelle sui costi finanziari dello stop alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, ma la cancellazione del progetto di collegamento viario diretto tra terraferma e isola non cambia l’agenda di un necessario programma di interventi che miri a ridurre la distanza sociale ed economica della terra siciliana dalla parte del Paese che, anche nella crisi, dimostra di possedere strumenti e volontà di risalire la china. Certo, la precondizione per il successo di qualsiasi piano di sviluppo dell’isola è data dalla difesa della libertà civile e dal sostegno dell’iniziativa imprenditoriale che possa svincolare l’economia siciliana dall’abbraccio mortale del parassitismo pubblico e della soffocante presenza malavitosa. Anche questo costituisce un impegno ed un obiettivo che conferma la necessità e la validità di un governo di coalizione in grado di costituire un punto di riferimento ai siciliani che nei giorni scorsi hanno testimoniato la volontà di continuare il cammino indicato dai loro (e nostri) martiri.